Divide et Impera guerra fra poveri alimentata da ingiustizia sociale

Da Wikipedia: ‘Divide et impera (dal latino dīvide et īmpera, letteralmente «dividi e comanda») è una locuzione latina tornata oggi in uso, secondo cui il migliore espediente di una tirannide o di un’autorità qualsiasi per controllare e governare un popolo è dividerlo, provocando rivalità e fomentando discordie’; abbiamo scelto questa frase per sottolineare come alcuni voci contrastanti la riforma previdenziale possano innescare la discordia fra poveri, già di per se stessa alimentata dall’ingiustizia sociale, e ci riferiamo alle dichiarazioni di Enrico Zanetti, viceministro dell’Economia, che antepone alla ristrutturazione della riforma previdenziale il rinnovo dei contratti dei dipendenti della Pa, giusta causa anche questo nulla da eccepire, ma fomentando così una pericolosa forma di antagonismo fra le categorie di lavoratori, tutte meritevoli di attenzione da parte del Governo, nessuna esclusa; quando si parla di ingiustizia sociale si evincono squilibri che portano a divergenze socio-politiche abissali e deleteri al benessere del cittadino, ad una frantumazione dell’unità popolare che dovrebbe essere unita e compatta nel richiedere il rispetto dei propri diritti costituzionali.

No alla guerra fra poveri!

Le parole di Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, sono significative a tal proposito: ‘Anche il Viceministro Morando conferma: le proposte sulle pensioni non fanno saltare i conti pubblici. Questo ci rasserena, dopo le preoccupanti dichiarazioni di Zanetti di ieri che pretendevano di dettare le priorità di spesa mettendo all’ultimo ed eventuale posto la previdenza. È evidente che il Governo la pensa diversamente. Altrettanto sbagliato è mettere in concorrenza il rinnovo dei contratti pubblici con le correzioni al welfare’.‘Concordo con Morando bisogna chiedere all’Europa di mantenere un rapporto deficit-PIL al di di sopra del 2% per realizzare una manovra espansiva e di equità sociale. Per le pensioni servono almeno 2 miliardi di euro per la flessibilità, le ricongiunzioni gratuite e l’incremento della quattordicesima‘.

Infine Damiano conclude: ‘A queste risorse il Governo può sommare quanto già stanziato e risparmiato nel Fondo esodati per realizzare l’ottava salvaguardia, nel Fondo di Opzione Donna per prolungarne la sperimentazione e in quello dei lavori usuranti. Tre risorse a costo zero per il Bilancio dello Stato che possono far risaltare l’efficacia delle scelte di equità sociale che il Governo vuole attuare e che il Paese chiede a gran voce’.

Fonte: PensioniBlog-Wikipedia

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